Circa 12.000 anni fa l’uomo, per piacere o per necessità, intraprese
l’attività che modificò tutta la storia umana per sempre: coltivare la terra. La nascita dell’agricoltura permise all’uomo di gestire le risorse di cibo, accumularle e trasformarle, imparando dai propri sbagli e fallimenti. Attraverso milioni di tentativi ed osservazioni, l’uomo sperimentò tecniche per migliorare la propria vita e quella della sua comunità.
Migliaia di anni di ricerche hanno portato a conoscenze straordinarie per coltivare la terra, allevare gli animali e vivere in equilibrio con i ritmi naturali. Ma, durante il corso della storia, l’uomo si è allontanato dalla vita rurale che lo aveva accompagnato per millenni. Ha dimenticato le buone pratiche che lo aiutavano a produrre un cibo sano, vestirsi con abiti adatti, costruire abitazioni in armonia con l’ambiente circostante. Per di più, l’allontanamento dalla vita rurale ha portato l’uomo a comportamenti distruttivi verso l’ambiente e la natura: inquinamento, deforestazione e l’effetto serra sono il prodotto della dimenticata vita che l’uomo ha vissuto per millenni. Il noto biologo Bill Mollison, padre della Permacultura, in una delle sue citazioni disse:
Sedendo sugli scalini dietro casa, abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere una vita. Siamo circondati da sole, vento, altre persone, edifici, pietre, mare, uccelli e piante. Cooperare con tutte queste cose porta armonia, competere contro di loro porta disastri e caos.”
Per fortuna oggi stiamo assistendo ad una rivoluzione che sta portando alla consapevolezza del problema e alla ricerca di serie soluzioni. Una delle quali è proprio il ritorno allo stile di vita naturale: l’autoproduzione, l’architettura sostenibile, l’economia solidale sono tematiche che trovano un largo consenso, soprattutto per quella naturale tendenza dell’uomo a ricercare i ritmi naturali. Il ritorno all’attività agricola è un movimento di controtendenza che sta richiamando le nuove generazioni verso uno stile di vita semplice, con ritmi più lenti rispetto a quelli sostenuti della grande città. Spazi e tempi a misura d’uomo ricreano un equilibrio innato, scandito dai ritmi naturali.
Ma tutte le conoscenze acquisite dalle precedenti generazioni dove sono raccolte? Come tramandare tecniche, pratiche, abitudini e stili di vita migliorati dal tempo e dall’esperienza?
Nel corso degli anni ho raccolto e continuo a raccogliere, come libero ricercatore, antiche pratiche ed esperienze per creare un fondo di conoscenze rurali. Consigli, segreti e alchimie di prodotti e produttori locali che ho avuto la fortuna di conoscere nel corso della mia ricerca, con storie ed aneddoti spesso incredibili. Materiale utile per l’inizio di una nuova attività rurale, l’approfondimento della pratica contadina o per applicare le conoscenze antiche alla vita attuale. Un modo per imparare a vivere semplicemente, raccontando l’esperienza di ieri osservata con gli occhi del domani.
L’obiettivo finale dell’agricoltura non è la coltivazione di colture, ma la coltivazione e la perfezione degli esseri umani.
Masanobu Fukuoka
Bibliografia
Masanobu Fukuoka: l’agricoltura del non fare
di Larry Korn;
Piccolo è bello: uno studio di economia come se la gente contasse qualcosa di Ernst Friedrich Schumacher;
«Permacoltura». Un’agricoltura perenne per gli insediamenti umani di Bill Mollison, David Holmgren.
Foto
Francesco Attanasio